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Ex Machina e la comunicazione tramite AI

Man mano che l’AI continua a progredire e a diventare sempre più simile all’uomo, la linea tra uomo e macchina si confonde, facendoci domandare: come possiamo fare a convivere? Dieci anni fa, è stato rilasciato il film d’esordio di Alex Garland “Ex Machina”, che ha ricevuto un plauso critico. Il film affronta questa complessa questione ed è ancora estremamente rilevante nel dibattito odierno sull’uso dell’AI come mezzo di comunicazione.

La questione dell’AI

Il film del 2014 ha posto domande interessanti e profonde sulla tecnologia, mostrando la linea sottile tra la comunicazione umana e quella delle macchine. Dalla sua uscita, il mondo ha visto un enorme avanzamento nell’apprendimento automatico e nell’AI. 

Pochi mesi dopo, nel novembre 2014, Amazon ha annunciato Alexa, un assistente virtuale che utilizza una voce umana. Oggi ci siamo abituati a comunicare con l’AI e ci affidiamo ad essa per molte delle nostre informazioni o attività. Ma cosa la contraddistingue dalla comunicazione umana e a cosa porterà in futuro?

Ogni nuova invenzione rivoluzionaria è sempre accolta con molto scetticismo e paura. Quando sono stati fatti i primi passi nel campo della robotica, molti temevano che i lavoratori umani delle fabbriche sarebbero diventati obsoleti; tuttavia, con l’entrata della tecnologia nel mondo del lavoro, si sono creati più posti di lavoro rispetto a quelli sostituiti, favorendo un ambiente lavorativo più sicuro e meno ripetitivo.

Tuttavia, l’AI è una bestia completamente diversa. Contrariamente ai robot utilizzati nella produzione, l’AI si basa sulla tecnologia di apprendimento automatico che, non solo può influenzare più settori, ma coinvolge anche un approccio e una comunicazione diversi.

AI generativa

«Per i dati che abbiamo ora, l’AI è in grado solo di replicare le informazioni, non crearle da zero – commenta Erika Zaffalon digital marketing specialist di Scoprinetwork Srl  – Può quindi essere un valido aiutante ma ha bisogno sempre di un’interazione uomo-macchina. Nei prossimi anni l’AI sarà sempre più presente. Basti pensare che prima eravamo tutti restii ad utilizzare Alexa, ora invece facciamo addirittura acquisti, è un po’ la nostra assistente personale. Un altro grande esempio è Chat GPT. Nonostante ci sia un uso improprio, dove tutti si improvvisano comunicatori grazie al “non pensante”, è uno strumento che può essere fortemente d’aiuto per molte professioni».

Chat GPT è un ottimo esempio di questo. Il chatbot di elaborazione del linguaggio naturale, guidato dall’AI generativa, si è dimostrato, da un lato, un ottimo strumento per scrivere, fare brainstorming, organizzare testi o idee o traduzioni, d’altra parte, molti lo stanno utilizzando come “escamotage” lasciando che l’AI generi la maggior parte, se non tutto, del loro testo, senza riflettere sulle conseguenza. L’AI non è in grado di pensare effettivamente, ma produce testi utilizzando algoritmi specializzati per trovare pattern all’interno di sequenze di dati; non è in grado di replicare la comunicazione umana e questo non dovrebbe essere un problema da risolvere.

Deus Ex Machina

Non c’è bisogno di ricreare gli esseri umani con la tecnologia, c’è bisogno di ottimizzare i flussi di lavoro attraverso la tecnologia di apprendimento automatico. Il nome “Ex Machina” deriva dall’espressione latina “deus ex machina”, un termine usato nel teatro quando un dio scendeva, usando fili e una specie di gru, per risolvere tutti i problemi dei personaggi e concludere la pièce. Questo è ciò che dovrebbe essere l’AI: una fine ai nostri compiti ripetitivi o uno strumento per rendere il lavoro più efficiente.

Purtroppo, sembra che alcuni CEO multimilionari non siano d’accordo con l’uso dell’AI generativa come semplice strumento. Grandi compagnie mediatiche, come Netflix, hanno iniziato a cercare esperti di AI, forse come modo per sostituire sceneggiatori o altri ruoli creativi. Questo è stato uno dei motivi dello sciopero degli scrittori e degli attori negli Stati Uniti nel 2023.

«È molto recente la notizia che Elon Musk ha deciso di licenziare i suoi dipendenti “per snellire i costi” questo non mi stupisce; la direzione delle sue aziende è sempre stata a favore di un crescente potere alle macchine. Parliamo di Elon Musk, una figura controversa che può o meno piacere, ma è lo stesso ad aver dichiarato più volte che la forza lavoro umana sarà ad un certo punto facoltativa e non più necessaria. Io la vedo un po’ utopica come visione sinceramente», aggiunge Zaffalon.

L’AI generativa può essere un potente strumento per la comunicazione e il lavoro, tuttavia è importante che rimanga uno strumento e non una ragione per licenziare i lavoratori umani, che restano cruciali soprattutto quando servono empatia, problem solving e creatività.

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